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Conosciamo la VITAMINA D

  • Immagine del redattore: Fiammetta-Rimini
    Fiammetta-Rimini
  • 3 set 2019
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 5 feb 2020

Per vitamina D si intende un gruppo di pro-ormoni di natura liposolubile la cui struttura deriva dal colesterolo. L’organismo è in grado di sintetizzarla a partire dai precursori a livello della cute, grazie alla presenza della componente ultravioletta della luce solare. Nei mesi estivi la vitamina D viene immagazzinata nel fegato perchè prodotta in eccesso a seguito della frequente esposizione al sole; quali sono i fattori limitanti per la sintesi di vitamina D? La latitudine, la concentrazione di melanina, la quantità di superficie cutanea esposta al sole.


Il ruolo principale della vitamina D è quello di favorire il riassorbimento/deposizione di calcio e di fosforo nell’osso attivando delle proteine trasportatrici; studi più recenti hanno inoltre sottolineano l’importanza della vitamina D nell’immunoregolazione e nella funzione neuromuscolare.

Il ruolo principale della vitamina D è quello di favorire il riassorbimento/deposizione di calcio e di fosforo

Le fasce di popolazioni più critiche sono i bambini sopra i 3 anni e in età adolescenziale che hanno fabbisogni particolarmente elevati di vitamina D essendo in una fase di picco di accrescimento osseo, le donne post menopausa e gli anziani poichè fisiologicamente tendenti alla demineralizzazione ossea.

La vitamina D è contenuta in pochi alimenti come il pesce grasso soprattutto quello azzurro, nel fegato, nel formaggio e nel tuorlo d’uovo mentre il latte ne contiene in tracce. La maggiore risorsa rimane l’esposizione alla luce solare.

I rischio di carenza è stato definito quando i livelli sierici sono sotto i 25 ng/mL, mentre concentrazioni oltre i 100 ng/mL sono correlate a effetti negativi di eccesso. (The Institute of Medicine, 1997)

Pesce azzurro, fegato, tuorlo d'uovo sono le fonti più importanti

La carenza della vitamina D è sempre più frequente non solo nella popolazione anziana, ma anche in bambini e donne in post menopausa. La scarsa esposizione al sole, diete sbilanciate e poco ricche di prodotti che ne contengono sono probabilmente alla base di stati deficitari.

Cosa fare quindi?

Se si sospetta una carenza è bene monitorare i livelli ematici di vitamina D circolante seguiti, in caso di concentrazioni troppo basse, da una prescrizione del medico per l’integrazione.

Il rimedio più efficace rimane l’esposizione alla luce solare

Una volta seguito un ciclo di integratori, sarebbe bene rimisurare i valori sierici.

A seconda dello stato fisiologico del nostro fegato, si può avere una risposta più o meno positiva all’integrazione; i valori a cui si dovrebbe aspirare sono intorno ai 50-60 ng/mL.

E’ da tener presente che il rimedio più efficace rimane l’esposizione alla luce solare senza maglietta e senza crema solare per circa 15- 20 minuti, ciò garantisce una buona sintesi “naturale” a livello cutaneo della vitamina D.


Per ulteriori approfondimenti sui meccanismi di azione: https://ods.od.nih.gov/factsheets/VitaminD-HealthProfessional/)

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